La Galleria Pavoncelli bis, minaccia alle sorgenti e ai fiumi dell’Irpinia e della Valle del Sele

Fiume calore - Montella

L’acqua è una risorsa strategica e la sua gestione geopolitica ha riflessi economici e conseguenze ambientali. Nella logorante partita tra Acquedotto Pugliese (AQP) ed enti irpini per la realizzazione della galleria Pavoncelli bis Sabino Aquino, idrogeologo, dal 2005 al 2010 Presidente del Parco Regionale dei Monti Picentini, è l’alfiere di una scacchiera che, a quanto pare, è di nuovo sul tavolo. E’ una contesa per le risorse territoriali strategiche in cui rientra anche la Piana del Sele che dal 2010, con le sue Riserve Regionali Naturali Foce Sele Tanagro e Monti Eremita Marzano ha lanciato un appello per riparare la vecchia galleria e ristrutturare un acquedotto che smarrisce nel cammino il 50% dell’oro blu.

Sabino Aquino

Aquino, perché questa galleria non s’ha da fare?
Per molteplici ragioni. In primis per l’assenza di uno studio di Valutazione d’Impatto Ambientale sull’equilibrio idrogeologico degli acquiferi presenti all’interno del Terminio-Cervialto. Attualmente l’AQP preleva 2000 litri al secondo in media annua dalle sorgenti di Cassano Irpino e abusivamente, grazie all’ art. 23 comma 6 D.Lg 152/99 che sanò l’assenza della concessione, 4000 litri al secondo dalle sorgenti di Caposele. La nuova galleria, che interessa anche l’area protetta dei Picentini, può trasportare il doppio dell’attuale portata e l’obiettivo non dichiarato è quello di convogliare l’acqua di supero che attualmente va nei fiumi Calore e Sele. Inoltre la galleria di valico potrebbe alterare l’attuale equilibrio idrogeologico dell’acquifero così come avvenuto negli anni ’90. Le ultime normative, in particolare l’art. 164 del Codice dell’ambiente (152/2006), obbligano alla pianificazione dell’uso delle acque per salvaguardare qualità e potenzialità della risorsa e consentire un consumo idrico sostenibile tenendo conto del “Bilancio Idrico” e del “Deflusso Minimo Vitale”. Vista la criticità dei nostri fiumi l’opera non potrà mai avere la compatibilità idrica.

Che significa?
Facciamo finta che il Monte Terminio-Cervialto sia un recipiente che si riempie quando piove. Alla base di questo contenitore ci sono le sorgenti e al suo interno tante cannucce che sono i pozzi. Se preleviamo troppa acqua il livello si abbassa, con il rischio, purtroppo già reale, che prima o poi le sorgenti si esauriscano. Il quantitativo che entra deve essere uguale a quello che esce, questo è il bilancio idrico. Inoltre le acque non possono essere captate interamente per l’uso potabile, ma ci deve essere una aliquota di acqua, il deflusso minimo, che deve essere sempre sversata nel fiume per garantire la vita all’ecosistema fluviale.

Fiume Sele Caposele

Come mai, allora, è stato dato parere favorevole dal Ministero dell’Ambiente?
La Commissione ministeriale interpellata afferma che “al termine delle fase realizzativa dell’intervento, prima dell’entrata in esercizio, […] saranno effettuati gli studi afferenti il rilascio minimo vitale e la redazione del bilancio idrico”. E’ grave che il Ministero dell’Ambiente, posto a tutela del territorio, faccia prima realizzare l’opera e chieda di verificare poi, a lavori compiuti, la compatibilità ambientale. Che faranno se il bilancio è negativo, la demoliranno? Una soluzione c’è. La galleria è riparabile e, nel frattempo, per l’approvvigionamento di parte della Puglia si può utilizzare l’invaso di Conza dove è già stato realizzato un potabilizzatore per trattare 1000 l/s la cui portata si può aumentare.

Intanto in Irpinia i problemi permangono…
Le curve di deflusso delle sorgenti indicano chiaramente che le riserve di alimentazione stanno diminuendo. Bisogna rivisitare le concessioni di derivazione delle acque e adeguare le aliquote di distribuzione per garantire la vita negli ecosistemi dei fiumi e scongiurare le cicliche crisi idriche. Stiamo perdendo il nostro ecosistema fluviale, la flora, la fauna dei nostri fiumi. Dovrebbero restituirci almeno a 700/800 l/s per l’approvvigionamento idropotabile dell’Irpinia e del Sannio e 400/500 l/s per ogni asta idrografica (Fiumi Sabato, Calore e Sele). E invece? Invece si pensa alla Pavoncelli Bis. 

 

Autore Virginiano Spiniello, Il Mattino di Avellino, 6 agosto 2011

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