C’era una volta un bosco incantato, dove vivevano tanti folletti, fatine ed animali.
Tutti erano felici: vivevano tranquilli, tutti amici. Un giorno, però, un gigante decise di distruggere il bosco: aveva bisogno di un ampio terreno su cui costruire una villa per sé. Gli animali corsero ad avvertire i folletti e
le fatine che mettendo insieme i loro poteri crearono una bolla protettiva sul bosco che non poteva essere distrutta con la forza. Il gigante capì che, per quanto forte, non poteva fare nulla; cercò allora di avvicinarsi agli abitanti del bosco con l’astuzia.
Finse di essere stato mandato dalla fata maggiore dal castello incantato del paese Molto Lontano per proteggere gli animali del bosco da un gruppo di cacciatori molto cattivi che stavano catturando molti animali per farne pellicce. Pian piano tutti, animali, folletti, fate, cominciarono a fidarsi di lui e a sentirsi protetti da quel gigante che cominciarono a chiamare “grande capo”. Con la scusa di metterle al sicuro dall’imminente arrivo dei bracconieri, il gigante si fece consegnare le bacchette magiche dalle fate e dai folletti, privandoli dei loro poteri. Li catturò e li imprigionò. Senza poteri, le creature del bosco non potevano ribellarsi al gigante, che nel frattempo cercava in tutti i modi di neutralizzare l’incantesimo fatto per proteggere il bosco. Prima che potesse riuscire a distruggere quella bolla di protezione, uno dei folletti si liberò. Scoprì che quello non era un gigante vero: la sua altezza e la sua forza erano dovute alle sue scarpe! Il folletto si trasformò in un gatto e si fece scoprire a rubare del cibo dalla mensa imbandita del gigante. Quando il gigante lo vide, il gatto cominciò a fuggire velocissimo; il gigante, per cercare di prenderlo, si tolse le scarpe e iniziò a correre. Mentre correva, l’effetto delle scarpe magiche si esaurì ed il gran capo divenne più piccolo di tutti i folletti. Il gatto con un gran balzo gli saltò addosso e lo mangiò.
Riprese le sembianze di folletto, liberò tutti gli altri e ridiede loro le bacchette magiche. Grazie al folletto il bosco fu salvo. E tutti vissero insieme felici e contenti.
Michele Foglia VA Sala di Serino
Tutti erano felici: vivevano tranquilli, tutti amici. Un giorno, però, un gigante decise di distruggere il bosco: aveva bisogno di un ampio terreno su cui costruire una villa per sé. Gli animali corsero ad avvertire i folletti e
le fatine che mettendo insieme i loro poteri crearono una bolla protettiva sul bosco che non poteva essere distrutta con la forza. Il gigante capì che, per quanto forte, non poteva fare nulla; cercò allora di avvicinarsi agli abitanti del bosco con l’astuzia.
Finse di essere stato mandato dalla fata maggiore dal castello incantato del paese Molto Lontano per proteggere gli animali del bosco da un gruppo di cacciatori molto cattivi che stavano catturando molti animali per farne pellicce. Pian piano tutti, animali, folletti, fate, cominciarono a fidarsi di lui e a sentirsi protetti da quel gigante che cominciarono a chiamare “grande capo”. Con la scusa di metterle al sicuro dall’imminente arrivo dei bracconieri, il gigante si fece consegnare le bacchette magiche dalle fate e dai folletti, privandoli dei loro poteri. Li catturò e li imprigionò. Senza poteri, le creature del bosco non potevano ribellarsi al gigante, che nel frattempo cercava in tutti i modi di neutralizzare l’incantesimo fatto per proteggere il bosco. Prima che potesse riuscire a distruggere quella bolla di protezione, uno dei folletti si liberò. Scoprì che quello non era un gigante vero: la sua altezza e la sua forza erano dovute alle sue scarpe! Il folletto si trasformò in un gatto e si fece scoprire a rubare del cibo dalla mensa imbandita del gigante. Quando il gigante lo vide, il gatto cominciò a fuggire velocissimo; il gigante, per cercare di prenderlo, si tolse le scarpe e iniziò a correre. Mentre correva, l’effetto delle scarpe magiche si esaurì ed il gran capo divenne più piccolo di tutti i folletti. Il gatto con un gran balzo gli saltò addosso e lo mangiò.
Riprese le sembianze di folletto, liberò tutti gli altri e ridiede loro le bacchette magiche. Grazie al folletto il bosco fu salvo. E tutti vissero insieme felici e contenti.
Michele Foglia VA Sala di Serino