C’era una volta in Svezia un boscaiolo che, al contrario degli altri boscaioli, non aveva adottato la tecnica dell’impianto e la definiva uno spreco di tempo e di denaro, visto che i nuovi alberi da tagliare dovevano essere pagati di tasca sua. Egli era anche proprietario di una fabbrica che emetteva grosse nubi di sporcizia e che rendeva il cielo tutto nero. L’Albero Vagabondo lo venne a sapere e partì dalla sua casa in Italia diretto in Svezia, nelle terre di quel perfido boscaiolo.
L’albero si stabilì in mezzo a quei pochi alberi che erano stati risparmiati dall’ascia e, pochi giorni dopo, appena giunse lì il boscaiolo con la sua fidata ascia, cominciò a colpirlo. L’albero vagabondo gli lanciò una maledizione che prevedeva l’insonnia. Nonostante ciò l’uomo non imparò la lezione e l’albero decise di essere molto severo, forse troppo e trasformò pian piano l’uomo in un albero che piantò su una collina desolata dove non cresceva nemmeno l’erba. Passavano i giorni e l’uomo non ne voleva sapere di piantare altri alberi finché dopo anni, il boscaiolo trasformato in albero ci penso su e vedendo le sue terre spoglie, si mise a piangere. Le sue lacrime fecero crescere in un batter d’occhio migliaia di alberi ed inspiegabilmente la fabbrica crollò. Vedendo le sue lacrime di pentimento, l’albero vagabondo ridiede al boscaiolo le sue vere sembianze facendogli delle raccomandazioni, ovvero di adottare la tecnica dell’impianto. L’uomo accettò e visse per sempre felice e contento essendo consapevole di essere uno dei tanti aiuti per l’ambiente.
Sabino Gabriele De Serio. Classe II Scuola media Santo Stefano del Sole (AV). Anno 2017/2018
Grazie ai professori Serino, De Mattia, Ferullo, Russo, Vega, Camarca, Venezia, Iannone, Dattolo e alla dirigente prof.ssa Elena Casalino