Autoproduzione secondo Alternativa Naturale

In un momento storico in cui sono evidenti i risultati di una gestione delle risorse dissennata e in una regione che detiene il triste primato di mortalità per tumore (a livello nazionale), abbiamo deciso di non contribuire a questo scelletato scempio del territorio e delle risorse ma di cominciare a ridurre i consumi e autoprodurre riciclando il più possibile. Nessuno vorrebbe vivere in una discarica eppure molto spesso attraverso le nostre scelte d’acquisto quotidiane siamo complici di questo disastro ambientale. Autoprodurre significa comprare meno, risparmiare denaro, riscoprire pratiche antiche ed essere certi dei materiali usati. Essere consumatori consapevoli significa boicottare l’usa e getta (posate, piatti, assorbenti, pannolini) evitare i prodotti con packaging per invece preferire quelli a km 0, evitare l’acquisto e l’utilizzo di detersivi inquinanti per preferire tecniche di pulizia naturali e decisamente più economiche e rispettose della natura. ALTERNATIVA NATURALE, la nostra associazione culturale, che raccoglie persone e contributi da Napoli, provincia e non solo, realizza azioni di sensibilizzazione ambientale incoraggiando la cultura del riciclo e del riutilizzo attraverso laboratori e progetti. Crediamo fermamente, inoltre, in una diffusione della conoscenza dei prodotti tipici e da agricoltura integrata incoraggiando una modificazione dei comportamenti individuali e collettivi.
Gabriella Sarracino

2 pensieri su “Autoproduzione secondo Alternativa Naturale”

  1. Comprendo appieno l’intento della scrittrice, e comprendo appieno i buoni consigli suggeriti, sarebbe veramente bello che tutto ciò la gente lo capisse, ma haimè non è proprio così. Ci tengo a precisare che il desiderio di una terra pulita è anche mio, ma secondo me le raccomandazioni servono a ben poco. La gente ascolta i consigli e per un pò li applica ma poi dimentica tutto, per via dei tanti percorsi di vita. La soluzione invece è un’altra, ovvero operare a monte e non a valle. Ad esempio la soluzione che bisogna comprendere ed imparare è un’altra, quella radicale.

    1) intanto per i rifiuti organici esistono cucine con biodigestori incorporati, esse producono biogas dagli stessi rifiuti prodotti in casa! Perchè non creare invece una start-up che in terra nostra produca delle cucine del genere? Creando lavoro, spezzando le gambe alla camorra, e riducendo totalmente l’immondizia organica! Dunque perchè non proporre questa battaglia??

    2) Plastica-alluminio-carta e cartone- rifiuti inorganici, sono oro! Sono ricchezza! Dunque Vi propongo una creazione di start-up per creare lavoro, il riciclo intelligente a circuito chiuso, che sia in grado di raccogliere tali rifiuti inorganici attraverso due semplici strade!
    a) Predisporre nei supermercati appositi raccoglitori che quando una persona va a fare spesa prima passa dal distributore, inserisce il vetro, le lattine di carta e la carta o il ferro nei vari distributori ricevendo un buono sconto da presentare alla cassa! Questo già viene fatto in alcune nazioni di Europa, se volete vi do il link. Dunque chi gestirebbe i raccoglitori sarebbe in grado di vendere tali materiali alle filiere di riciclo, così come già viene fatto in alcune città d’Italia come a Bergamo – Milano – Bologna. IL materiale verrebbe rigenerato e rivenduto, ecco rivenduto, ed è da qui che ci sarebbe il ritorno economico per i buoni sconto dei supermercati! MA questa filiera deve essere gestita da gruppi di ragazzi o persone che adesso non hanno un lavoro, al fine di generare un percorso di civiltà!

    b)Raccolta porta a porta di questi rifiuti inorganici, perchè ripeto essi sono materia ricca!
    Che può generare lavoro ed essere punto di riferimento per altre realtà locali! Si dovrebbe partire a piccoli passi, chiedere permessi e finanziamenti agli enti governativi e ribadisco un concetto – BISOGNA FARE SCIOPERO AD OLTRANZA PER OTTENERE QUESTI PERMESSI PER GESTIRE I RIFIUTI-
    BISOGNA FERMARE L’ITALIA PER IMPORRE L’ATTUAZIONE DI QUESTI PROGETTI ! INVECE FARE SCIOPERI PER FAR CHIUDERE I TERMOVALORIZZATORI SERVE A ZERO, PERCHE’ CI POTRANNO SEMPRE DIRE: MA DELL’IMMONDIZIA COSA NE FACCIAMO SENZA LA SUA ELIMINAZIONE? NOI DOBBIAMO RISPONDERE CHE L’IMMONDIZIA CI PIACE E CHE VOGLIAMO TRASFORMARLA IN RICCHEZZA LOCALE TOGLIENDOLA ALLA CAMORRA E CRIMINALITA’ LOCALE! QUESTA E’ CIVILTA’- QUESTA E’ LOTTA- QUESTA E’ CREESCITA-QUESTO E’ IL LAVORO – QUESTO E’ IL PUNTO DI PARTENZA- NON ALTRO- NON SI PUO’ CHIEDERE AL CITTADINO DI INGOIARE LA SPAZZATURA- BISOGNA CHE IL CITTADINO CI GUADAGNI DAI SUOI RIFIUTI-

    La filiera permetterebbe la chiusura delle discariche, la chiusura dei termovalorizzatori- e permetterebbe l’avvio di progetti contigui di elevatissimo profilo tecnologico e di crescita del territorio- così si preserva la propria terra- questa è la strada- da parte mia conosco una valanga di idee e progetti che nel mondo vedono la luce- idee innovative- sono qui

  2. tutte bellissime idee, mi piace assai la start up che proponi e la riproporrò agli alunni nel mio corso di marketing ecologico è proprio il processo di generazione delle idee che mi interessa, ottimo, alberto!

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