Nel momento di maggiore siccità di quest’anno è affiorata la strada che unisce i due lati della diga e, a fine novembre, inizio dicembre, ecco anche le case. E’ uno spettacolo violento, ricorda l’esproprio di questa terra, l’interruzione dell’Ofanto negli anni ’70, terminata con la diga negli anni ’80 dopo il terremoto.
La Puglia prende acqua anche da qui e a breve con la potabilizzazione di mille litri al secondo chissà quanta acqua resterà a folaghe e nibbi, aironi e gru…
2 pensieri su “Riaffiorano le case fantasma dalla Diga di Conza della Campania”
Ciao Virginiano, uniamo le nostre forze intorno a Sabino Aquino. Anche io sto parlando di questo problema da parecchio, anche con articoli sul Corriere Irpinia su Caposele.net, sul Mattino, ecc. Qualche anno fa organizzai anche un convegno con Aquino nel Castello marchionale di Taurasi. Non c’è interesse da parte della gente nostra. Ho pensato anche ad una class action contro il Governo, la Puglia, che al posto del grano produce con la nostra acqua prodotti agricoli; mi sono sentito anche con Ottaviano De Biase per conoscere meglio la storia dell’acqua del Sabato che va a Napoli. Sono, comunque a disposizione per qualsiasi iniziativa. A presto Antonio Panzone
Concordo sul fatto che non c’è interesse, anzi c’è insensibilità, da parte della gente d’Irpinia. Ecco credo che il primo, unico e vero problema sia questo. Senza la sensibilità della base è molto improbabile che una azione politica non si areni ai primi scogli. E’ necessaria una seria educazione ambientale sviluppata negli anni altrimenti la politica – tranne che per alcune lungimiranze come Sabino Aquino – difficilmente si porrà le domande giuste essendo espressione del popolo. Ho deciso di dedicarmi di più ad attività pratiche e concrete per mostrare ai ragazzi come le cose si possano realizzare – vedi gli orti e altri progetti come il marketing ecologico – anche in un contesto arido come il nostro. Imparare a rispettare la terra è il vero controllo del territorio. In Svizzera quando sentono dire che in Italia insegniamo educazione ambientale dicono: “C’è bisogno di insegnarle a scuola queste cose? Da noi sono parte della nostra cultura”. Spero di incontrarci, nelle prossime settimane, per ascoltare, finalmente, le parole di una persona sensibile.
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Ciao Virginiano, uniamo le nostre forze intorno a Sabino Aquino. Anche io sto parlando di questo problema da parecchio, anche con articoli sul Corriere Irpinia su Caposele.net, sul Mattino, ecc. Qualche anno fa organizzai anche un convegno con Aquino nel Castello marchionale di Taurasi. Non c’è interesse da parte della gente nostra. Ho pensato anche ad una class action contro il Governo, la Puglia, che al posto del grano produce con la nostra acqua prodotti agricoli; mi sono sentito anche con Ottaviano De Biase per conoscere meglio la storia dell’acqua del Sabato che va a Napoli. Sono, comunque a disposizione per qualsiasi iniziativa. A presto Antonio Panzone
Concordo sul fatto che non c’è interesse, anzi c’è insensibilità, da parte della gente d’Irpinia. Ecco credo che il primo, unico e vero problema sia questo. Senza la sensibilità della base è molto improbabile che una azione politica non si areni ai primi scogli. E’ necessaria una seria educazione ambientale sviluppata negli anni altrimenti la politica – tranne che per alcune lungimiranze come Sabino Aquino – difficilmente si porrà le domande giuste essendo espressione del popolo. Ho deciso di dedicarmi di più ad attività pratiche e concrete per mostrare ai ragazzi come le cose si possano realizzare – vedi gli orti e altri progetti come il marketing ecologico – anche in un contesto arido come il nostro. Imparare a rispettare la terra è il vero controllo del territorio. In Svizzera quando sentono dire che in Italia insegniamo educazione ambientale dicono: “C’è bisogno di insegnarle a scuola queste cose? Da noi sono parte della nostra cultura”. Spero di incontrarci, nelle prossime settimane, per ascoltare, finalmente, le parole di una persona sensibile.