Come creare un modello di comunicazione ambientale e renderlo operativo

Crisi significa cambiamento e la miglior risposta al modificarsi degli eventi è l’evoluzione, non l’irrigidimento in schemi precostituiti. I mutamenti in campo ambientale ed ecologico sono la conseguenza del distacco tra uomo e natura nato con Cartesio e perfezionato dalla visione newtoniana della scienza. Sono il riflesso dell’atteggiamento di chi sostiene che la crescita continua, anche se sostenibile, non debba tener conto delle molteplici variabili in atto nell’ecosistema che ci ospita. Tentando di interpretare questo scenario, tre anni fa, presso la Facoltà di Scienze della Comunicazione del Suor Orsola Benincasa di Napoli, è nato il Laboratorio “Piano di comunicazione ambientale – elementi di marketing ecologico” con la precisa finalità di sviluppare un format operativo che fornisca, in 5 o 6 incontri, gli strumenti per analizzare le criticità territoriali e sviluppare modelli di evento/intervento sulla falsa riga del progetto L’albero vagabondo®.
In Campania godiamo di una posizione privilegiata essendo una terra densa di problematiche ecologiche, vero laboratorio di sperimentazione biopolitica e, quindi, uno dei punti zero del problema ambientale.
Nel corso degli ultimi tre anni, all’interno del Laboratorio, sono state sviluppate idee progetto di cui l’anteprima – consultabile nella sezione marketing ecologico – è visibile agli enti pubblici e alle organizzazioni interessate. Alcuni dei gruppi di lavoro sono in grado di gestire autonomamente i progetti realizzati, mentre per altri è necessaria l’integrazione di più figure. Anche quest’anno gli studenti hanno iniziato con entusiasmo a realizzare i loro progetti e hanno individuato problematiche tra le più varie: l’onnipresente raccolta differenziata a Napoli (Mostra il tuo futuro), il problema delle tartarughe marine a Bagnoli (La Fortezza delle Tartarughe), lo “scottante” disastro ambientale della combustione dei rifiuti nella Terra dei fuochi (Fatt’ a rota), l’avvelenamento delle terre dell’agro aversano e delle campagne casertane (I girasoli), il fastidioso problema dei rifiuti nella Reggia di Caserta.
Venerdì 18 novembre alle 12.00, presso la Sala Villani dell’Università Suor Orsola Benincasa, all’interno dell’incontro/dibattito “Le inchieste giornalistiche come strumento di tutela del cittadino” gli studenti presenteranno l’anteprima dei loro progetti. L’incontro sarà introdotto da Lucio d’Alessandro, Rettore dell’Università Suor Orsola Benincasa e condirettore, con Paolo Mieli, della Scuola di Giornalismo. Nel corso dell’incontro Luca Abete (inviato di Striscia la notizia) si confronterà con Alfredo D’Agnese, coordinatore didattico della Scuola di Giornalismo “Suor Orsola” Benincasa, Luca Manunza, sociologo, documentarista e ricercatore URIT – Unità di ricerca sulle topografie sociali e con il gruppo di lavoro del laboratorio di comunicazione ambientale.
Quest’anno i gruppi contatteranno le associazioni, organizzazioni e istituzioni interessate al problema, proponendogli non una soluzione, ma una riflessione sulle criticità individuate e un possibile inizio di percorso operativo.
A gennaio presenteranno i progetti completi in conferenza stampa creando un ufficio stampa e invitando i media ad ascoltare le loro idee per una maggiore attenzione alla sensibilizzazione come presupposto di ogni strategica di comunicazione ambientale.
Ringraziamo fortemente il Cambiamento che renderà più visibile questo comunicato e l’anteprima dei progetti che si proverà a rendere esecutivi.
Virginiano Spiniello Docente del Laboratorio e ideatore dell’iniziativa L’Albero Vagabondo

2 pensieri su “Come creare un modello di comunicazione ambientale e renderlo operativo”

  1. Purtroppo il concetto di ambiente e natura, in tutte le loro sfumature, continua ad essere tristemente sottovalutato. Una delle cause è nascosta dentro l’uomo stesso, e cioè quella di ottenere tutto e a tempi brevi. Lodevoli le iniziative come l’Albero Vagabondo, le scuole, i laboratori, i centri culturali, le associazioni e le persone che puntano sui bambini e sui ragazzi per progetti ambiente-natura che cresceranno insieme ai nostri piccoli protagonisti 🙂

  2. Si Bosco, ti ringrazio sempre per i tuoi più che graditi e intelligenti commenti. A vole però oltre i progetti servono le persone che li portano avanti e la voglia di fare, di agire sul lungo periodo. Ecco quello che serve: persistenza, non resistenza.

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