Come creare un modello di comunicazione ambientale e renderlo operativo

Crisi significa cambiamento e la miglior risposta al modificarsi degli eventi è l’evoluzione, non l’irrigidimento in schemi precostituiti. I mutamenti in campo ambientale ed ecologico sono la conseguenza del distacco tra uomo e natura nato con Cartesio e perfezionato dalla visione newtoniana della scienza. Sono il riflesso dell’atteggiamento di chi sostiene che la crescita continua, anche se sostenibile, non debba tener conto delle molteplici variabili in atto nell’ecosistema che ci ospita. Tentando di interpretare questo scenario, tre anni fa, presso la Facoltà di Scienze della Comunicazione del Suor Orsola Benincasa di Napoli, è nato il Laboratorio “Piano di comunicazione ambientale – elementi di marketing ecologico” con la precisa finalità di sviluppare un format operativo che fornisca, in 5 o 6 incontri, gli strumenti per analizzare le criticità territoriali e sviluppare modelli di evento/intervento sulla falsa riga del progetto L’albero vagabondo®. continua…

Il futuro nel passato: auto elettrica

Nel lungo dibattito sul modo migliore per sostituire gli idrocarburi si è prepotentemente inserito quello sullo sviluppo di automobili ibride, parzialmente alimentate ad elettricità, o di mezzi di trasporto con motori completamente elettrici. É stato condotto a tal proposito uno studio dalla Low Carbon Vehicle Partnership in Gran Bretagna che ha evidenziato un problema sostanziale: l’auto elettrica non può ancora competere con i motori standard. continua…

Lago di Aquilaverde

Proseguiamo  il viaggio tra le acque dell’Alta Irpinia. Dopo aver lasciato la Diga di Conza proseguiamo verso Calitri ed arriviamo ad Aquilonia. Attraversiamo il centro del paese e saliamo verso l’antica città distrutta dal terremoto del 1930. E’ uno scenario mozzafiato, interrotto solo dalle gigantesche pale eoliche che deturpano il territorio, presto in maniera ancora più grave. continua…

Geoingegneria. L’uomo politico non si mobilita? Ecco il piano B

L’epoca recente è stata segnata da scoperte sempre più sorprendenti ed il progresso tecnologico sembra infinito. Tuttavia si è pensato troppo al progresso. Troppo poco si è riflettuto sulle conseguenze della nostra presenza, sempre più pesante, su questo pianeta ed ora, tra il cambiamento climatico ed il buco dell’ozono, stiamo vivendo un’emergenza epocale: la progressiva e repentina mancanza di risorse idriche. I suoi effetti sono paradossalmente meno visibili a Paesi che consumano quantità sterminate di acqua e si sono già scatenati su aree povere, come nel Corno d’Africa. continua…

Indignati o consapevoli?

L’indignazione è uno stato d’animo sinonimo dello sdegno: ci si indigna perché qualcosa supera il limite della tolleranza, perché non si sopporta più una determinata situazione. E’ una parola forte, commisurata ai tempi in cui viviamo, di crisi e cambiamento. Sia chiaro, senza crisi, non c’è cambiamento. Siamo in una fase di passaggio epocale, viviamo un momento storico che sembra non appartenerci, sembra che tutto accada senza la possibilità di una nostra azione sociale. Individualità e collettività mai sono stati così sganciati, se non in fasi storiche di transizione, in epoche, appunto, di passaggio. Se ci voltiamo scopriamo che la ciclicità di questi momenti è drammaticamente lineare. Fondazione, crescita, sviluppo, maturazione, declino, crisi, cambiamento e poi ancora, di nuovo, si riparte. continua…

Il Re Albero si ammala…

Ci fu un tempo in cui vi era un re, il re Albero e il suo regno era situato nella lontana terra d’Irpinia: questo luogo era famoso per la bellezza dei paesaggi, per il cibo genuino e per la bontà dei suoi abitanti. Il re Albero era un sovrano saggio e rispettoso dell’ambiente, il quale, a sua volta, ricambiava la cortesia donando le sue ricchezze a chi risiedeva in quei posti. Tutti venivano da ogni parte del mondo, affascinati da quell’aria salutare, dai vecchi ai bambini, passando per le donne e gli uomini stranieri. continua…

La favola della montagna felice

C’era una volta un pulcino che stava in montagna e vide la mucca nel giardino del contadino. Il pulcino disse “Come ti chiami?”. E la mucca disse:”Mi chiamo Pina e abito nel giardino del contadino che mi munge”. Il pulcino disse: “Possiamo stare insieme?”. E la mucca disse:”Sto un altro poco con te e dopo devo andare dal contadino che sta lontano dalla montagna”. Ad un tratto pioveva e la mucca scappò a casa, perché il contadino radunava le pecore e le mucche. continua…