Inutile raccontarvi della sterminata e a volte contraddittoria simbologia socio-antropologica della pecora nella comunicazione religiosa, politica e persino pubblicitaria: dai vangeli all’invenzione del danaro (pecunia), da Mussolini a Benetton, a grandi linee, questa storia la sapete già.
Così come sapete dell’uso politico che degli animali può farsi in letteratura: da Esopo a Dante, da Hobbes fino a Orwell. La verità è che mi piacerebbe leggeste questo libro con spirito pratico, come una sorta di manuale: utilizziamo da sempre le pecore per addormentarci; Spiniello, a quanto pare, ci mostra come usarle per svegliarci. continua…
Inizia in un giorno qualunque, uno di quelli che sembrano uguali agli altri, ma in quel giorno qualcosa cambia. Non sappiamo cosa. É come un sasso che rotola su un altro sasso. Il sasso sposta un po’ di terra. E un giorno quella terra cadrà, non frenata più dalle radici dell’albero che la proteggeva dal vento e dalla pioggia. Ecco, quel giorno, le radici si spezzano e inizia la rivolta, la rivolta delle pecore. continua…
Il 20 dicembre alle 17,30, presso il Circolo della Stampa di Avellino, inizia la Rivolta delle pecore! Nel corso dell’evento, al quale interverrà l’editrice Donatella De Bartolemeis sarà presentato il quaderno “La rivolta delle pecore. Storie libertarie di animali rivoluzionari”, di Virginiano Spiniello, Edizioni Il Papavero. In contemporanea, l’installazione “La terra è stanca” di Giovanni Spiniello e la proiezione di un breve docufilm sulle tappe del viaggio dell’Albero Vagabondo.Per i più piccoli sarà allestita una Festa del colore e si chiederà ai bambini che vorranno liberamente intervenire di portare con sé una tavoletta dei loro disegni per installarla sui luoghi che i grandi devono pulire. L’installazione artistica e documentale durerà dal 20 al 26 dicembre. continua…
È un dato di fatto ormai: l’informazione sembra dover essere a tutti i costi gridata, urlata, rabbiosa, altrimenti, secondo i parametri stabiliti dall’audience politico-mediatica, non arriva, non filtra nella generale entropia, nel caos di notizie che bombardano il cittadino-ascoltatore.
Ma il cittadino ascolta davvero? Comprende, capisce il messaggio? E soprattutto, quali sono i comportamenti e i modelli che si trasmettono ad una generazione disorientata e frastornata? Nella comunicazione ecologica, intendendo quella parte dell’informazione che si occupa di tematiche ambientali, il caos generato dai messaggi trasmessi da una piattaforma mediatica sempre più invasiva è orribile e devastante per i suoi effetti. continua…
Storie libertarie di animali rivoluzionari La rivolta delle pecore è un koan, perché l’unica rivoluzione è il salto, l’evoluzione. Queste storie di terra non sono un tentativo di rivoluzione animale secondo le regole degli uomini. Queste storie di cielo sono vendette silenziose, vani tentativi dell’universo animale di comprendere il nuovo venuto e i suoi limiti. Sono storie che non stanno né in cielo e né in terra perché anche le pecore, pur avendolo dimenticato, una volta erano libere. Il Quaderno “La Rivolta delle Pecore. Storie libertarie di animali rivoluzionari” è edito da Edizioni il Papavero http://edizioniilpapavero.com. Prefazione di Antonello Petrillo, sociologo e autore di Biopolitica di un rifiiuto continua…
Nel settembre 1983 18 donne si posero davanti agli operai dell’Alto Calore e non li fecero passare, difesero la loro acqua. Immaginiamo, dunque, la scena. Di mattina le donne vanno a lavare i panni alla fontana e trovano il lavatoio a secco. Furono suonate le campane per chiamare la gente a raccolta e una persona girava per il paese gridando “vonno chiure l’acqua”. Gli operai vista la reazione del popolo se ne andarono.
Di notte, nonostante molte di loro avessero bambini piccoli furono arrestate e subirono un processo durante il quale gli vennero contestati una serie di reati, ma al termine del quale furono tutte assolte. continua…
Il cane pastore ci guarda – disse la Pecora nera – e noi continuiamo a brucare, non sappiamo nemmeno se l’erba è buona”.
“Alcune, mi dice una sorella che veniva dalle terre alte, quelle dei lupi, hanno pastori che le stanno portando a pascere sui campi avvelenati.
“Nessun pastore – intervenne il capro espiatorio – vuole portare le pecore sui campi avvelenati, ma se dai campi esce quella cosa nera che puzza, o nell’aria si diffonde quella polvere sottile che brucia occhi e intestino. Ecco allora, io, credo noi dovremmo ribellarci”. continua…
Il Guardiano della montagna
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