Nel 1977, Giovanni Spiniello, che ha creato la scultura L’Albero Vagabondo, ideata da Virginiano, formalizzò in questa dichiarazione la sua concezione della funzione dell’arte nel sociale. Era il punto di partenza e di arrivo di un percorso che aveva iniziato negli anni ’60 sulle aie dei contadini, facendo partecipare i bambini alle prime operazioni collettive di azione sociale. Erano le prime feste del colore.
E’ una dichiarazione ancora attuale e che ricorda le radici della nostra associazione, L’Albero Vagabondo, il cui scopo è promuovere l’educazione, l’informazione e l’arte ambientale attraverso azioni collettive di arte nel sociale e le favole dello Spirito del Re Albero e della Rivolta delle Pecore.continua…
I polmoni verdi e i serbatoi idrici della Campania e del meridione sono minacciati da progetti di ricerca petrolifera in varie fasi di avanzamento: Irpinia e Sannio con i progetti Nusco, Santa Croce, Pietra Spaccata e Case Capozzi, il Vallo di Diano con il progetto Monte Cavallo, respinto per mancanze procedurali. Ancora una volta, invece di proporre un modello di sviluppo sostenibile che rilanci turismo e agricoltura, si pensa di sacrificare le risorse ambientali e i paesaggi del sud per pochi barili di petrolio e senza ricadute economiche per il territorio, come dimostra l’esempio della Val d’Agri in Basilicata, ultima in tutte le classifiche economiche e terra di emigrazione giovanile per eccellenza. continua…
Mentre a Gesualdo si attende a breve il parere di compatibilità ambientale della Regione sull’avvio del primo pozzo esplorativo i relatori del Convegno di Viggiano del 19 gennaio su petrolio acqua e sismicità, professori ed esperti di chiara fama, hanno inviato alle Regioni Campania, Puglia e Basilicata, un documento nel quale richiedono di far istituire urgentemente un Centro Studi per la Protezione Ambientale nelle aree interessate da attività petrolifere attuali e future. «Lo scopo del Centro Studi – dichiara Albina Colella, ordinaria di Geologia all’Università della Basilicata e relatrice – è quello di raccogliere dati, effettuare misure e analisi, gestire i monitoraggi integrati continui in un territorio molto complesso. continua…
C’è grande interesse delle compagnie di ricerca di idrocarburi nel Sannio e in Irpinia, dove hanno richiesto, e in alcuni casi già ottenuto dalla Regione Campania, i permessi per le prime fasi di esplorazione petrolifera. La Delta Energy, compagnia inglese, ha ottenuto, nel Sannio, la compatibilità per le prime fasi di esplorazione del progetto “Pietra Spaccata” e ha presentato la VIA per il progetto “Case Capozzi”, si tratta di indagini iniziali, che interessa anche Casalbore, Montecalvo, Ariano e Melito. In Irpinia, entro febbraio, la Regione dovrà verificare la compatibilità della VIA presentata da Cogeid e Italmin per trivellare un primo pozzo esplorativo a Gesualdo all’interno del Progetto Nusco – 45 comuni in Irpinia e Apice nel Sannio per un totale di 698 kmq – che è quindi quello ad uno stadio più avanzato e il cui iter è iniziato nel 2002. continua…
Gettando lo sguardo ingenuo
Vagarono l ìride e la mente,
sfiorando colline e piante,
immensi prati verdi fioriti,
fiumi e laghi, mari quasi puliti
oceani profondamente infiniti.
Come un gabbiano che non c’entra niente, scendendo da Lacedonia e andando sull’Ofantina, verso la bassa irpinia oggi guardavo l’alta Irpinia e mi fermavo per qualche minuto, tornando a casa. Dopo Lacedonia l’arcobaleno tra il vento e le pale che ferivano la vista. Ho cercato di prendere solo l’arcobaleno, ma poi mi sono accorto che in sottofondo le pale erano ancora lì. Incastrata tra i monti la Diga di San Pietro, ma quando ti avvicini i rottami del Grande Spettacolo dell’Acqua, le impalcature, sono sempre lì. Un momento di pausa a Carbonara, che chiamano Aquilonia, tra i ruderi del terremoto, quello più vecchio ancora, un bel trattore con pecore e capre e tre cani che prendono la rincorsa ma poi si fermano, incuriositi, quasi a dire “non importa, fa niente”. E poi scendo da Calitri, non mi fermo, ma un pezzo di Alta Irpinia senza pale eoliche me lo tengo per me. Arrivo all’Oasi di Conza, continua…
Il Guardiano della montagna
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